Credito al consumo: abbandono del progetto file positivo
Publié le 08 juillet 2015
Adottato a fine marzo del 2014, il cosiddetto «consumo», incarnato da ex Ministro Benoît Hamon, aveva previsto la creazione di un file positivo dei crediti acquistati da privati. Il suo obiettivo era di combattere situazioni di sovraindebitamento fornendo gli istituti di credito uno strumento di valutazione del merito creditizio dei richiedenti per il prestito.
Anche se l'idea era interessante 'su carta', il Consiglio costituzionale ha avuto, in seguito, censurato il dispositivo sul terreno che questo file sarebbe un'infrazione eccessiva al rispetto per la privacy. Infatti, sarebbe coinvolgere e mantenere diversi anni di dati accurati e dettagliati relativi a un gran numero di persone responsabili.
Nonostante questa battuta d'arresto, il governo ha chiesto il comitato consultivo del settore finanziario (CCSF) di condurre uno studio per valutare la fattibilità di tale progetto.
E nella sua relazione fatta nel giugno 2015, la Commissione ha sottolineato la debolezza dei margini per la creazione di questo file. Egli ha osservato che diversi vincoli giuridici pesano sul progetto. Ad esempio, la prevenzione del sovraindebitamento, che non è un obiettivo di valore costituzionale, costituisce un ostacolo importante alla sua attuazione. Più in generale, è difficile trovare una base giuridica soddisfacente per evitare in futuro una nuova censura del Consiglio costituzionale.
In definitiva, il rapporto della PESC viene probabilmente firmare l'abbandono del progetto avviato da Act Hamon.
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